Una insalata a inizio pasto può già fare la sua parte. Costa poco, è facile, dà poche energie e occupa lo stomaco. Quali altri piccoli accorgimenti possono aiutare a non “ingozzarsi” solo per un meccanismo perverso della mente?
Ce ne sono tanti: a colazione meglio frutta (non succhi) che biscotti; uno yogurt intero anzichè uno light pieno di addensanti e dolcificanti; cereali integrali anzichè pane bianchissimo…
Aspettiamo i risultati di una ricerca europea denominata “SATIN” che consorzia 7 università inglesi, spagnole, danesi e svedesi. Al centro l’individuazione di elementi amidacei capaci di inviare al cervello segnali di “stop” e limitare l’assunzione di alimenti aldilà delle nostre necessità. Ad esempio, lenticchie e semi di carruba. Vi terremo informati.
Intanto ricordiamo quali alimenti “interi” (non lavorati) possono meglio assumere questa funzione, che – tra l’altro – può liberarci dal vincolo di diete severe, con basse quantità da assumere. Ad esempio:
Tra la FRUTTA: mele e arance (sazianti il doppio della banana)
Tra i PROTEICI: pesce (anzichè formaggi e uova)
Tra gli AMIDACEI: patate bollite (3 volte sazianti rispetto al riso) e pasta integrale
Tra PRODOTTI DA FORNO: crackers (meglio di qualsiasi dolce o torta fermentanti).