In ogni religione o percorso spirituale c’è un riferimento all’alimentazione, non è un caso che nelle più alte forme di relazione tra l’uomo e la propria anima si prenda in considerazione questo aspetto.
Siamo quello che mangiamo, e se vogliamo intraprendere un percorso evolutivo, qualunque esso sia, dobbiamo fare i conti con il cibo che introduciamo. E’ per questo che in tutte le religioni si parla di norme che regolano l’alimentazione, nella religione cattolica c’erano delle occasioni di digiuno o almeno di astensione da alcuni cibi, per esempio mangiare in modo sobrio durante la quaresima o niente carne il venerdì, per i mussulmani il digiuno del Ramadam o l’astensione a mangiare carne di maiale, ecc. Norme che permettono ad un corpo purificato da un affaticamento digestivo e di relativo smaltimento, di fortificare la volontà mentale per meglio relazionarsi con il Divino.
Una delle più antiche indicazioni ci viene data dall’oriente attraverso i Veda e i loro commenti: le Upanihad.
Le Upanishad sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV secolo a.C.
Un esempio è nella Taittiriya Upanishad dove troviamo un interessante rifermento al “nutrimento” inteso in un senso più ampio e cioè tutto ciò che nutre l’uomo e ne concorre alla salute fisica e mentale.
Molto brevemente secondo questa visione, il corpo umano è costituito da cinque involucri, interdipendenti tra loro e con l’esterno, i cosidetti Kosha,che si compenetrano a vicenda e ci avvolgono completamente.
Annamayakosha – definisce che il nostro corpo è nutrito dal cibo.
Pranamayakosha – parla dell’energia vitale contenuta in Prana che assumiamo e ce ne nutriamo attraverso il respiro
Manomayakosha – ci dice che siamo nutriti dai nostri sensi (condizionati da ciò che vediamo o ascoltiamo come le pubblicità ecc. o guidati dal profumo e dal gusto)
Vijanamayakosha – siamo nutriti dalla memoria passata (di nazionalità, di regione, familiari ecc) e recente (diete, malattie ecc)
Anandamayakosha – nutriti dalla nostra relazione con l’Universo nutriti dalla nostra coscienza.
Questi involucri che, secondo gli antichi testi indiani, sono dipendenti l’uno dall’altro nutrono il corpo a vari livelli; non potrei nutrirmi di cibo senza il respiro i sensi e la memoria; non potrei nutrirmi di respiro senza il cibo i sensi la memoria; non potrei nutrire i sensi se non mangio non respiro non ricordo; non potrei ricordare se non mangio non respiro non mantengo attivi i miei sensi; non potrei distinguermi da un animale se mi nutrissi solo di cibo, di aria, di ricordo, di emozioni se non ci fosse una coscienza che ci rende superiori e ci permette di percepire l’infinito.
E’ per questo che rimane fondamentale la capacità di nutrirci con cibo sano, mantenere un buon respiro, e organizzare la propria vita in modo da creare contatti, situazioni, con realtà positive, situazioni e persone che ci fanno stare bene per nutrire in modo adeguato i sensi, la memoria, la nostra anima.
Un buon film, una bella mostra, un buon libro, buoni amici ci nutrono e ci saziano tanto quanto un buon cibo.