In ogni tradizione spirituale la comunità ascolta o recita una preghiera prima di iniziare il pasto. Un modo non solo per benedire le sostanze che entreranno nel nostro corpo, nè solo un modo per cadenzare un momento della giornata. Ogni tradizione ne approfondisce un aspetto. Di certo è una occasione di condivisione.
Ne riassume così il senso cristiano – ad esempio – il priore della comunità di Bose, Enzo Bianchi:
“Il momento della preghiera a tavola è: a- una benedizione/adorazione, cioè un riconoscimento del dono di Dio; b- un’anamnesi, ossia una confessione di fede a partire dalla storia di salvezza; c- un’invocazione a Dio affinché la sua benedizione scenda su quelli che sono intorno alla tavola. Questa è la berakhà, la benedizione ebraica, ma questa è anche la dinamica dell’Eucarestia cristiana. Così il pasto dei cristiani diventa profezia del banchetto nel regno di Dio (cf. Mt 8,11; Lc 13,29; 14,15; 22,14-18). Si impone dunque a noi cristiani di “prendere i pasti con gioia e semplicità di cuore, loodando Dio” (At 2,46-47) e condividendo sempre il nostro cibo con il povero, il viandante, il pellegrino, l’ospite” (2007).
Ecco alcuni tipi di preghiere: CERTOSA SAN BRUNO / SAN BENEDETTO / CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA / PARROCCHIA SAN GREGORIO VII / COMUNITA’ EBRAICA / COMUNITA’ BUDDHISTA ZEN DI PLUM VILLAGE
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CERTOSA SAN BRUNO. Il pasto si consuma nei giorni feriali in solitudine. Solo nel festivo si usano questi dialoghi:
(Prima del pasto) Pres: Gli occhi di tutti sono rivolte a te, Signore, in attesa.
Com:: E tu provvedi loro il cibo a suo tempo. Tu apri la mano e sazi la fame di ogni vivente. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Signore, pietà, Cristo, pietà. Signore, pietà. (segue orazione silenziosa), (Ebd) Benedici, Signore, i tuoi doni che stiamo per ricevere dalla tua bontà. Per Cristo nostro Signore. Amen
(Dopo il pasto) Pres.: Ti lodino, Signore, tutte le tue opere…
Com.: E ti benedicano i tuoi fedeli. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. (Ebd) Ti rendiamo grazie per i tuoi benefici, o Dio onnipotente che vivi e regni per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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DALLA “REGOLA DI SAN BENEDETTO”, Norcia 534 d. Capitolo XXXVIII – La lettura in refettorio:
- Alla mensa dei monaci non deve mai mancare la lettura, né è permesso di leggere a chiunque abbia preso a caso un libro qualsiasi, ma bisogna che ci sia un monaco incaricato della lettura, che inizi il suo compito alla domenica.
- Dopo la Messa e la comunione, il lettore che entra in funzione si raccomandi nel coro alle preghiere dei fratelli, perché Dio lo tenga lontano da ogni tentazione di vanità;
- e tutti ripetano per tre volte il versetto: “Signore apri le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode”, che è stato intonato dal lettore stesso,
- il quale, dopo aver ricevuta così la benedizione, potrà iniziare il proprio turno.
- Nel refettorio regni un profondo silenzio, in modo che non si senta alcun bisbiglio o voce, all’infuori di quella del lettore.
- I fratelli si porgano a vicenda il necessario per mangiare e per bere, senza che ci sia bisogno di chiedere nulla.
- Se poi proprio occorresse qualche cosa, invece che con la voce, si chieda con un leggero rumore che serva da richiamo.
- E nessuno si permetta di fare delle domande sulla lettura o su qualsiasi altro argomento, per non offrire occasione di parlare,
- a meno che il superiore non ritenga opportuno di dire poche parole di edificazione.
- Prima di iniziare la lettura, il monaco di turno prenda un po’ di vino aromatico, sia per rispetto alla santa Comunione, sia per evitare che il digiuno gli pesi troppo,
- e poi mangi con i fratelli che prestano servizio in cucina e in refettorio.
- Però i monaci non devono leggere e cantare tutti secondo l’ordine di anzianità, ma questo incarico va affidato solo a coloro che sono in grado di edificare i propri ascoltatori.
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CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA.
– Proposte dal “Benedizionale” prima della cena comunitaria.
(Chi presiede dice:) Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
V. Amen.
(Quindi:) V. I poveri mangeranno e saranno saziati; Sal 21, 27 e loderanno il Signore quanti lo cercano.
R. Viva il loro cuore per sempre. Invochiamo il Signore, che ci dà il pane quotidiano: Padre nostro, Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli. Signore nostro Dio, donaci la tua protezione e sostieni la nostra debolezza. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
– Proposta di testo per benedizione a cibi e bevande:
Sii glorificato, Signore Dio nostro: tu che colmi delle tue benedizioni ogni creatura, concedi a quanti si nutriranno di questo cibo (o questa bevanda) nel ricordo e per l’intercessione di (o della beata Vergine Maria, o san XY) di abbondare della tua grazia e di crescere nel tuo amore in una continua ricerca della realtà del cielo. Per Cristo nostro Signore.
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PARROCCHIA DI SAN GREGORIO VII. Preghiere prima dei pasti:
Benedici o Signore, noi e il cibo che stiamo per prendere. E danne a chi non ne ha. Signore, concedi a noi riuniti a questa tavola, di essere ricolmi della tua bontà. Fa’ che non manchi a nessuno il necessario per vivere. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Ti rendiamo grazie, Signore per questo pane che ci sfama E questo vino che ci disseta. Fa che non manchi mai la tua presenza viva in mezzo a noi, e aiutaci ad essere testimoni del tuo amore.
O Dio amante della vita, che nutri gli uccelli del cielo e vesti i gigli dei campo, ti benediciamo per tutte le creature e per il cibo che stiamo per prendere. Ti preghiamo di non permettere che ad alcuno manchi il necessario alimento.
Ti ringraziamo, Signore, Padre santo:
tu che ci hai dato il cibo per la nostra fame
e la bevanda per la nostra sete, donaci di essere un giorno
commensali del tuo regno, per cantare in eterno la tua lode.
Per Cristo nostro Signore.
Benedetto sii tu, Dio dell’universo,
per il pane della terra e il frutto della vite.
Benedetto per il cibo che provvedi ad ogni creatura.
A te lode e gloria in Gesù Cristo nostro Signore.
Dio, amante della vita, che nutri gli uccelli del cielo e vesti i gigli dei campi, ti benediciamo per tutte le creature e per il cibo che stiamo per prendere. Fa’ che il nostro nutrimento ci serva per compiere meglio la tua volontà e per costruire il tuo regno di Amore.
Benedici, Signore, questa mensa e tutti coloro che l’hanno preparata e aiutaci a condividere il nostro pane con coloro che non ne hanno.
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COMUNITA’ EBRAICA. Dopo un pasto che contenga pane fatto di farina, orzo, segale, farro, sui recita la Birkat Hamazon. Molti sefarditi iberici recitano poi il Ya Cominos, che offriamo qui nella traduzione italiana:
“Abbiamo mangiato e abbiamo bevuto, e il Santo, Benedetto Egli sia, abbiamo benedetto, che ci ha dato e ci darà pane da mangiare e vestiti da indossare e anni da vivere. Il Grande Padre che dà al piccolo, ci dà secondo i nostri bisogni per le nostre case e per i nostri figli. Dio ci ascolta e ci risponde e ha pietà di noi, per il suo Gran Nome, siamo piccole anime senza peccato. Rendete grazie al Signore, perchè Egli è buono e la Sua Misericordia dura sempre. Sempre in meglio, mai in peggio, mai ci mancherà la tavola del Creatore. Amen “.
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COMUNITA’ BUDDHISTA ZEN DI PLUM VILLAGE (Thich Nhat Hahn)
Iniziando a mangiare: [ i versi che seguono possono essere recitati lentamente mentre si masticano i primi quattro bocconi ]
“Con il primo boccone, pratico l’amore che porta gioia. Con il secondo, pratico l’amore che allevia la sofferenza. Con il terzo, pratico la gioia di essere vivo. Con il quarto, pratico l’amore equanime per tutti gli esseri.”
Quando il piatto è vuoto: “Il piatto è vuoto. La mia fame è soddisfatta. Sono determinato a vivere a beneficio di tutti gli esseri.”