Dalla tradizione buddhista, un breve discorso come risposta alle sofferenze di chi abitava nella foresta a causa di spiriti maligni. L’energia dell’amore, scaturita dal confronto individuale con l’odio e la rabbia, può essere indirizzata dal praticante in ogni direzione e su ogni persona. Nella foresta tornò la pace.
Un’invocazione di speranza che va oltre il generico amore esclusivo per un altro essere. Una vera Carta della vita pacificata, da parte di chi si ascoltare ed accettare. E’ stata poi rielaborata da vari maestri, come Buddhaghosa, autore del divulgativo ed enciclopedico Visuddhimagga.
Per il Buddha questa è una traccia fondamentale verso il Risveglio, insieme alle “Quattro nobili verità”, il “Nobile ottuplice sentiero” e i “Sette fattori di illuminazione”.
“Metta” in pali (Maitri in sanscrito) è l’Amore universale, uno dei “Quattro incommensurabili stati mentali” insieme alla Compassione (Karuna), la Gioia (Mudita), l’Equanimità (Upeksa in pali o Upeksha in sanscrito).
—————–
KARANIYA METTA SUTTA – Discorso sull’amore universale
Suttanipata 1.8 – quinta raccolta del Khuddaka Nikaya
Dunque, ascolti queste raccomandazioni chi tende al bene e imbocca la via della pace: innanzitutto sia giusto, umile, gentile, trasparente, contento e non esigente. Vivrà nella modestia, non oppresso da impegni, in leggerezza, senza le comuni passioni, né avidità. Eviterà azioni inopportune, disapprovate dai saggi.
Che mediti su questi punti:
Che ogni essere possa essere felice e in salute, col cuore pieno di gioia.
Che ci sia pace perfetta per tutti: fragili e forti, alti e bassi, grandi e piccoli, visibili e invisibili, vicini e lontani, già nati o che nasceranno.
Che ogni essere possa essere felice e in salute, col cuore pieno di gioia.
Che nessuno si permetta di fare del male ad altri.
Che non si permetta a nessuno di mettere a rischio la vita degli altri.
Che nessuno, per rabbia o tornaconto, desideri la sofferenza degli altri.
Che ogni essere possa essere felice e in salute, col cuore pieno di gioia.
Come una madre protegge il suo unico figlio, anche a rischio della propria vita, con cura coltiveremo per tutti gli esseri viventi un amore senza limiti, capace di irradiarsi in ogni direzione dell’universo. Oltre le nubi nei cieli e le correnti degli abissi: un amore libero, senza rancori o avversioni.
Che siamo stabili o camminiamo, da seduti o ancora pigri a letto, quando siamo “risvegliati” dall’ignoranza, nei nostri cuori possiamo coltivare sempre la pratica consapevole della Gentilezza amorevole. Questo è il modo di vivere più nobile, la “sublime dimora” nel qui-e-ora.
Chi vive così, raggiunta la chiara visione, non legato a ideologie e libero dai richiami dei sensi, avrà il dono della non-nascita e non-morte.
Che ogni essere possa essere felice e in salute, col cuore pieno di gioia.
——-