I vegetariani e i vegani sono aumentati negli ultimi anni. Una scelta etica, religiosa, salutistica, un moto di cuore: qualunque sia la motivazione è sempre più frequente ritrovarsi a tavola e riflettere su cosa abbiamo nel nostro piatto, ad esempio scegliere che non ci siano animali o prodotti di origine animale.
E’ evidente per tutti ormai l’impatto anche economico e di modello di sviluppo di questa scelta.
A noi piace ricordare un altro aspetto di tipo relazionale. Dall’esperienza di condivisione nei gruppi, soprattutto di spiritualità, emerge un dato importante: preparare il cibo in presenza di vegetariani o vegani comporta la sperimentazione di una nuova regola, spesso senza alcun problema. Non siamo tutti vegetariani o vegani, ma il rispetto per chi tiene a questa scelta spinge non solo a evitare di mangiare animali in loro presenza, ma anche ad astenersi dal mangiarne quando di ci ritrova insieme. Può essere una scelta condivisa in semplicità, almeno per quella cena…
Non è una sofferenza per nessuno e il dono è reciproco, perché la creatività è una risorsa degli esseri umani ed entra in gioco facilmente per chi prepara il cibo a persone con stili alimentari diversi.
Non c’è necessità di preparare un arrosto di manzo per dare valore al pranzo, la polpetta di lenticchie o le tartine di cereali e verdure, torte e composte per dessert creano un clima favorevole all’ amicizia e alla condivisione.
La varietà e la bontà di queste pietanze diventano spunto rispettoso e interessante per riflettere, anch, per chi vegetariano non è.
L’importante è evitare dunque di alzare nuove barriere, tra chi vuol essere più rigoroso e il “tradizionalista”. Ogni stile alimentare porta con se’ una cosmovisione: parla di come gli esseri umani vedono il mondo e, soprattutto, di come vivono.
E’ bello poter alzare gli occhi dal piatto e incontrare occhi che quel mondo sanno apprezzarlo e rispettarlo.