Ho appena fatto in tempo a incrociare padre Giovanni Vannucci, prima dell’improvvisa scomparsa nel 1984 a 71 anni. La sua vita era scorsa perlopiù in Toscana, negli anni in cui le voci profetiche trovarono gravi difficoltà nella chiesa cattolica. E molti preferirono (o furono costretti a) ritirarsi nella dimensione dell’eremo, che fossero padre Turoldo in Lombardia o don Milani o padre Balducci o padre Carretto. Da quell’isolamento fisico in realtà le loro parole trovarono una eco insospettata e le loro piccole stanze diventarono nidi preziosi per tante persone “in ricerca”.
Non è un caso che accanto a pochi libri saggistici pensati a tavolino, gran parte di quel che rimane della sua “lezione” sono trascrizioni di interventi a braccio nelle più varie circostanze. Un oratore affascinante, ma soprattutto inesauribile e sorprendente. Molti suoi contributi teologici sono sulla preghiera e la meditazione cristiana, con frequenti aperture (sempre ben documentate) al pensiero orientale. Proprio per una sua rubrica sul quindicinale assisiano “Rocca”, dove io mi occupavo di società, nacque un mio rispetto profondo, che ho riscoperto in questi ultimi anni, anche grazie alla ripresa editoriale di suoi testi e di biografie.
Nato a Pistoia nel 1913, studiò teologia all’Angelicum e insegnò esegesi biblica, specializzandosi nelle lingue antiche; divenne frate dell’Ordine dei Servi di Maria, lo stesso di Turoldo, con cui si impegnò a Firenze in attività sociali; fece una breve esperienza a Nomadelfia, ma decise nel 1967 la strada della contemplazione e della divulgazione, rivitalizzando nel Chianti il piccolo Eremo di San Pietro alle Stinche. Non se ne allontanò, se non per curare esercizi spirituali o lezioni di storia delle religioni al Marianum. E’ sepolto, in semplicità, nel cimiterino dei frati sul Monte Senario
Tra l’altro realizzò nel 1978 per Lef un inedito e ricco “Libro della preghiera universale“, con materiali da ogni religione, nonchè la traduzione in due volumi di “Filocalia”, l’antologia di testi ascetici della chiesa orientale (P.G.)
“Tra noi e Cristo c’è uno spazio di silenzio. E allora dobbiamo andare a lui profumandoci di silenzio. Immergendoci in questo silenzio raggiungere Cristo attraverso questo spazio di deserto, di silenzio, di solitudine, che non è terreno: è uno spazio di anima”. (G.V.)
DA LEGGERE:
- Invito alla preghiera, Lef 1979
- Pregare, Fraternità di Romena
- Il richiamo dell’infinito, Fraternità di Romena
- Esercizi spirituali, Fraternità di Romena
- Meditazioni cristiane, Gribaudi
- Ogni uomo è una zolla di terra, Borla
- Libertà dello spirito, Servitium
- Risveglio della coscienza, Servitium
- Dentro il mistero, Ed. Appunti di viaggio
- Massimo Orlandi: G.Vannucci, custode della luce, Fraternità Romena