Messaggio – Il nostro verde giardino – Mudra – Esperienza – Notte di preghiera – Esortazione – Struttura dell’unicità – Per il calore – Risoluzione – Il nuovo borgo – Ecco le mie mani – Babita l’ex intoccabile – Patria – Oriente e occidente – Stellina – Alfred Hassler – Esistenza – Preghiera per una terra – Torno ad aprire antiche pagine
(Tutte queste poesie risalgono agli anni 60 e 70 e furono scritte dal monaco THICH NHAT HANH in vietnamita.
La “dimensione storica” è nel linguaggio buddhista quella del passato, ma soprattutto legata a precisi avvenimenti e alla fisicità dell’esperienza raccontata.
La traduzione italiana ha seguito la versione inglese curata dal monastero di Plum Village e pubb
licata da Parallax Press nel 1999).
MESSAGGIO – MESSAGE
La vita ha lasciato le sue impronte sulla mia fronte,
ma questa mattina sono ritornato bambino.
Il sorriso scoperto tra foglie e fiori è tornato per toglier via le rughe
così come la pioggia fa scomparire ogni traccia sulla soglia.
Ancora una volta, inizia il ciclo di nascita e morte.
Cammino deciso, cammino sulle spine, ma senza incertezze,
come farei tra i fiori, cammino a testa alta.
Le rime fioriscono tra i rumori delle bombe e dei mortai.
Le lacrime che ho versato ieri sono diventate pioggia.
Mi sento calmo mentre ne ascolto il suono sul tetto di paglia.
Infanzia, oh la mia terra natia , mi chiama
e la pioggia si fonde con la mia disperazione.
Sono ancora qui, vivo, capace di sorridere quieto,
il dolce frutto maturato dall’albero della sofferenza.
Portando il cadavere del mio fratello,
attraverso i campi di riso, nell’oscurità.
La terra ti stringerà con forza tra le sue braccia, mio caro,
cosicchè domani sarai trasformato in un fiore,
quel fiore che sorride tranquillo nel campo, stamane.
Allora non piangerai più, mio caro,
abbiamo attraversato una notte troppo profonda.
Stamane, sì, stamane mi inginocchierò sull’erba verde e scoprirò la tua presenza.
Fiori che portate il meraviglioso sorriso dell’ineffabilità
parlatemi in silenzio.
Questo messaggio, messaggio d’amore e comprensione,
finalmente è arrivato a noi.
Scritta nel 1964 a Saigon. Fu stampata dal M.I.R. di Alfred Hassler nel 1966 come biglietto natalizio.
(Trad. Sergio Orrao, per il libro di TNH “L’amore e l’azione”, Ubaldini)
NdC: Il riferimento non è ad un fratello reale, ma all’altro illuminato che è in noi. Scriveva TNH nel dicembre 1973, su Le Lotus, notiziario della delegazione vietnamita per la pace a Parigi:
“Ho perso mio fratello e non so né dove né come ritrovarlo. E’ stato accusato di voler distruggere la comunità perché voleva fare le cose in modo diverso… So che è ancora vivo e attraverserò il pianeta per ritrovarlo, ma ho davvero bisogno del vostro aiuto. Mi aiuterete? … Qualcuno può aver pensato che mio fratello sia pericoloso, ma non è vero. E’ schietto ma non è pericoloso. Ciò che è pericoloso è non ascoltarlo. Quando penso a lui so che la pace è possibile… Se cerchiamo di eliminare le bombe, non otterremo nulla. Le bombe sono in noi, mio fratello l’ha capito… Se mio fratello tornerà a casa presto avremo ancora una possibilità. Questo è ciò che sento… Se sarete abbastanza attenti potrete ritrovarlo. Potrebbe vivere in un monaster,o o trovarsi da qualche parte per la strada, o in un mercato. Oppure potrebbe essere nel vostro cuore” (da “L’amore e l’azione”, Astrolabio).
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IL NOSTRO VERDE GIARDINO – OUR GREEN GARDEN
Il fuoco si leva in tutti e dieci gli angoli dell’universo.
Un vento furioso e acre lo spinge verso di noi da ogni parte.
Le montagne e i fiumi sono là, distanti e belli.
Tutt’intorno, l’orizzonte è incendiato dai colori della morte.
Per quanto mi riguarda, sì, sono ancora vivo,
ma il mio corpo e la mia anima fremone come se anch’essi
fossero in preda alle fiamme.
I miei occhi inariditi non hanno più lacrime da versare.
Dove vai stasera, fratello caro,
in quale direzione?
Le scariche dei fucili sono proprio dietro l’angolo.
Nel petto, il cuore di nostra madre
Avvizzisce e muore, come un fiore appassito.
China il capo, coi capelli lisci e neri
che ora si tingono di bianco.
Quante notti ha passato rannicchiata e insonne,
sola con la sua lanterna, pregando che la tempesta finisse?
Mio fratello diletto, so che sei proprio TU che mi sparerai stanotte,
aprendo nel cuore di nostra madre una ferita
che non potrà mai essere guarita.
Oh, vento terribile che soffi dai confini della Terra,
scagliandoti sulle nostre case e inaridendo i nostri fertili campi!
Addio al luogo natio incendiato e annerito.
Ecco il mio petto! Punta la tua pistola, fratello, spara!
Offro il mio corpo, il corpo che nostra madre ha generato e nutrito.
Se vuoi puoi distruggerlo.
Distruggilo in nome del tuo sogno,
il sogno in nome del quale uccidi.
Puoi forse sentirmi invocare l’oscurità:
“Quando finirà questa sofferenza?
Oscurità, in nome di chi realizzi questa distruzione?”
Torna, caro fratello, e inginocchiati ai piedi di nostra madre.
Non sacrificare il nostro verde giardino
Alle fiamme deformi che sono giunte nel cortile,
sospinte da venti selvaggi che soffiano da lontano.
Ecco il mio petto. Punta la tua pistola, fratello, spara!
Se vuoi puoi distruggermi
E dal mio cadavere
Ricavare ciò che stai sognando
Qualunque cosa sia.
Chi resterà per celebrare una vittoria
Fondata sul sangue e sul fuoco?
Ricorda TNH (1966) sul N.Y.Review od Books:”Gran parte della mia poesia potrebbe essere chiamata ‘filosofica’ e alcuni amici l’hanno accostata alle opere di Tagore. E’ a dir poco difficile tradurla in una lingua occidentale. Queste òpoesie sono però anomale. Sono poesie popolari in versi sciolti. Cerco di usare le parole più semplici per voce alla maggior parte dei vietnamiti che sono contadini e non sono in grado di esprimersi da soli. Le ho scritte soprattutto per me stesso, quando le leggo ritrovo gli stessi intensi stati d’animo dai quali sono scaturite. Sono ormai molti i vietnamiti che hanno potuto leggerle o ascoltarle, ed è costato loro la denuncia da parte di entrambe le fazioni coinvolte nella guerra”.
(trad. Sergio Orrao)
Questa poesia contro la guerra fu scritta nel periodo 1964-65 e stampata sul settimanale buddhista Hai Trieu Am (Il suono della marea che sale).
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MUDRA (Sigillo)
Non ascoltare il poeta.
Nel suo caffè del mattino c’è una lacrima.
Non ascoltare me. Per favore.
Nel mio caffè del mattino c’è una goccia di sangue.
Non sgridarmi, fratello,
perché non riesco ad ingoiare liquidi:
l’aria nei miei polmoni è raggelata.
Disse:”Lasciami piangere dai tuoi occhi
perché ormai non ho più occhi.
Fammi camminare coi tuoi piedi, perché non li ho più”.
Con le mie mani posso toccare il tuo incubo.
Disse:”Mi sono salvato, non mi serve salvezza”.
La salvezza è per noi.
La mano sul tavolo, il cosmo resta muto.
Il grande oceano non riesce a calmare il suo singhiozzare.
Le cinque montagne mantengono
le posizioni originali di Cielo e Terra.
Lontano, lassù sulla Via Lattea,
i segreti dell’universo si disvelano.
La mia mano destra è ancora sul tavolo
Aspettando che l’umanità si risvegli.
No, la mia mano non si rovescierà su questo tavolo
come una mezza conchiglia in bilico sulla riva,
come il corpo di un uomo abbattuto da una pallottola.
Montagna e fiume sono demoliti,
corpi celesti sono perduti
e il grande oceano cessa il suo mormorio incessante…
La mia mano è ancora sul tavolo
e le cinque montagne ancora ci sovrastano.
Il segreto non è stato rivelato.
I corpi celesti discutono ancora tra loro.
La mia mano è ancora sul tavolo,
in attesa del momento
di rovesciare la bilancia di Cielo e Terra –
la mia mano, piccola mano,
è come una montagna.
TNH: Il mudra è una posizione delle mani usata nella meditazione per evocare un particolare stato. Nel 1967 lessi questa poesia, insieme a Pace alla Town Hall di N.Y. con tanti poeti tra cui Arthur Miller, Robert Lowell, Daniel Berrigan. (NdT: per Berrigan vedi le note a In memoria di Alfred Hasssler).
La frase “Non ascoltare il poeta” è un modo per ricordare che egli soffre molto e che se lo ascolterai soffrirai anche tu. “Non mi sgridare, fratello, se io non posso inghiottire liquidi. L’aria nei miei polmoni è raggelata”. Vuol dire che non puoi goderti un caffè quando c’è del sangue dentro. La persona che è morta mi dice che vuole adottare i miei occhi per poter piangere, perché ora non ha occhi. Il veterano che non può più camminare, dice:”Fatemi camminare sui tuoi piedi che io non ho più”.
Un anno dopo in una conferenza internazionale a Montreal, supplicai:”Liberaci dalla tua liberazione”.
Il mudra della poesia è strutturato così: metto le mani sul tavolo a forma di montagna. Dobbiamo essere molto fermi, concentrati, stabili, altrimenti perderemo l’equilibrio.
(traduz. Paolo Giammarroni)
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ESPERIENZA – EXPERIENCE
NdC: Forse la più struggente e drammatica delle poesie sulla terra vietnamita. Un vero poema. A fine 1964 il paese è sconvolto dalle inondazioni, almeno 4mila i morti accertati. I soccorsi si fermavano ai grandi centri, così TNH e i suoi giovani riempirono sette barconi di cibo e risalirono il fiume Thu Bon, fino ad approdare sulle sponde montuose del Quang Nam, dove infuriavano gli scontri tra esercito e vietcong. Curarono tutti quelli che potevano, soldati e civili, superando i sospetti grazie alla presenza di monaci locali.
L’episodio del sangue è vero. NTH si tagliò un dito per fare cadere una gocci di sangue nel fiume, dicendo: “Questa è una preghiera per tutti i morti della guerra e dell’inondazione”. Dopo una settimana rientrarono. Qualche mese dopo nasceva la Scuola di servizio sociale per i giovani (Syss), per volontari impegnati in villaggi isolati sulla salute, la scuola, l’agricoltura, la cultura nonviolenta.
PS – Quang Yin: è la raffigurazione cinese al femminile della divinità indiana Avalokiteshvara, signore della compassione.
Sono venuto per stare con te,
per piangere con te
per il nostro paese devastato
e per le vite spezzate.
Ci restano solo il dolore e la paura.
Ma prendi le mie mani,
prendile e stringile.
Dirò solo pche parole semplici.
Abbi coraggio. Dobbiamo aver coraggio,
anche solo per i bambini,
anche solo per il domani.
Per un mese dopo l’alluvione,
il ragazzo ha ricevuto appena due manciate di riso
dagli aiuti d’emergenza.
Stanotte mangerà cime di areca e grano marcito.
È solo uno dei tanti bambini
con l’itterizia e dai visi gonfi.
Ha avuto la dissenteria per una settimana
senza medicine, senza speranza.
L’ondata ha trascinato con sé
il padre, la madre e suo fratello.
La fronte di questo innocente
non porta la banda a lutto.
Ma dai campi sventrati e bruciati
un raggio di sole malato
viene ad avvolgere la mia anima
nel suo orrendo lenzuolo.
Per favore, vieni qui
e testimonia la prova del fuoco di tutti i cari
sopravvissuti all’alluvione dell’Anno del Dragone.
Prendi tra le braccia questo bimba insanguinata.
È la sola della sua famiglia
la cui sfortuna fu di sopravvivere.
Un giovane padre,
cui morirono moglie e quattro figli,
ha lo sguardo fisso nel vuoto, giorno e notte.
A volte ride, un riso tra lacrime strozzate..
Per favore, vieni e guarda
quel vecchio dai capelli bianchi,
lasciato solo per giorni in un pezzo di terra sterile e piena di erbacce.
Si inginocchia davanti a un ragazzo spaventato
che gli offre del riso.
Si inginocchia riconoscente mentre il ragazzo mormora:
“O nonno, non ti inginocchiare davanti a me.
Ho l’età di un tuo nipotino…!”
Il messaggio dell’amore è stato trasmesso.
Ancora una volta, nutro fede nel domani.
Il suo sposo è morto, sua figlia è morta,
il suo paese in rovina, il suo cuore freddo.
Non c’è una sola scintilla per accendere un fuoco,
perché qui c’è solo morte
su un pezzo di terra prosciugato.
Non resta nulla, l’ultima ad andarsene
la rassegnazione in lei.
Maledice forte l’esistenza:
“Fortunate le famiglie che sono morte insieme”.
Le dico:”Non siamo soli.
Ci sono altri e dobbiamo rispondere alle loro grida
in questa strada infinita.
Andiamo avanti anche con le nostre teste chine”.
Il paesano mi scruta attentamente.
Angosciato ma senza paura, risponde:
“Odio entrambe le parti, non seguo nessuna.
Voglio solo andare dove mi lasceranno vivere
e mi aiuteranno a vivere”.
O vita! Che tormento!
Su questo altopiano sul fiume Thu Bon
mi taglio un dito
e guardo il sangue gocciare
e mischiarsi con l’acqua.
Oh riposate
voi perduti
riposate in pace!
Parlo a te che sei affogato
e a te che sei sopravvissuto
e a te, fiume,
dopo aver sentito ogni spazio echeggiare
delle urla dei più piccoli.
Stanotte
sono venuto tenendomi a mezza strada
tra queste pareti a picco
che si piegano sul fiume
per ascoltare le loro eterne storie.
Questa è l’impermanenza
e un mondo che scorre continuamente.
Che possiamo stare insieme per le generazioni future.
Ogni piccolo bodhisattva
col capo piegato e lacrime nascoste
con l’inchiostro di studenti ancora sulle mani
tiene una pala o un piccone
e scava la terra per un ponte
o per bruciare i cadaveri rigonfi.
Sotto cappelli di foglie di palama
scalzi e con vestiti marroni
Non sono forse Quan Yiin nella sua gloria, carità, coraggio?
Il piccolo piede scalzo si fa strada tra le pietre,
pietre aguzze di dolore e angoscia.
I piedi entrano in baracche costruite in fretta sulle ceneri.
Che possano affrontare la vita
anche quelli che hanno conosciuto i limiti delle proprie vite.
Mentre guardo le loro mani
gentili e come delicata seta
aperte verso i bambini,
ecco cessa il pianto
e gli occhi delle madri
che fissano le scatole del latte condensato
brillano come pietre preziose.
E di nuovo mi siedo davanti alle Porte del Cielo serrate
in profondo silenzio
col capo chino e attendo.
Poi mi aggiro nel vecchio giardino, e mi chiedo se
c’è chi può sentire il profumo dei fiori di areca?
Qui
– perché tanto silenzio? –
tanto silenzio,
mentre persino gli uccelli sono svaniti dalla nostra terra colpita.
Dillo forte ora,
fatti sentire ancora,
fino agli angoli più lontani
in modo che i nostri uccelli
torneranno, le nostre acque tornino ad essere
gioielli e la nostra terra un prezioso broccato.
Cantate, cantate forte,
così il Vero Essere possa seguire la Parola.
(trad. Paolo Giammarroni)
TNH: Scrissi questa poesia nel 1964, al seguito di un’operazione di salvataggio. Risalimmo in varie barche il fiume Thu Bon per portare sollievo alle vittime dell’alluvione e della guerra nell’area Duc Duc nella provincia di Quang Nam. Era molto pericoloso stare lì. Ci fermarono lungo il tragitto da entrambe le parti.
Ai nazionalisti che ci fermavano chiesi:”Se dall’altra parte ci chiedessero di portare testi di propaganda? Non rifiuterei”. “Di sicuro, puoi accettarlo ma se ti trovi nella corrente, viecci a trovare”. Chiesi ancora:”e cosa accadrebbe se non avessi il tempo, prima di esseri presi da qualcuno come voi?”. Non risposero.
Dopo aver portato i soccorsi, restammo ancora qualche giorno con la gente. Sulle nostre teste rimbalzavano gli spari. Eravamo soffocati dalla sofferenza. Mi ferii il dito e guardai il sangue nel fiume. Dissi:”E’ per voi che siete morti nella guerra e nell’alluvione”.
Il giorno della partenza, molte donne sulla riva ci allungavano dalle braccia i propri bambini, ma sapevamo di non potercene occupare. Ci sentimmo inutili e piangemmo.
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NOTTE DI PREGHIERA – NIGHT OF PRAYER
In quel momento
il vento si fermò e gli uccelli tacquero.
Sette volte la terra tremò, mentre l’immortalità
traversò il fiume di nascita e morte.
La mano sulla ruota –
nel gesto di pace –
sbocciò come fiore nella notte.
In quel momento
il fiore dell’immortalità si aprì
nel giardino della nascita e della morte –
e l’illuminato sorrise:
parole e similitudini.
Egli è venuto per imparare la lingua dell’uomo.
Quella notte nel Paradiso Tushita
gli dei guardarono in basso:
videro la terra, mia patria, più lucente di una stella,
mentre le galassie s’inchinarono, adoranti,
finché l’Est tornò rosa
e i giardini Lumbini si trasformarono in soffice culla
per salutare Buddha, il rinato.
Stanotte, stanotte sulla Terra,
mia patria, gli uomini guardarono su.
I loro occhi senza lacrime si rivolsero al paradiso Tushita.
Ovunque grida di dolore, mentre la mano di Mara
preme sulla violenza e sull’odio.
Nell’oscurità la Terra, mia patria, anela
l’evento miracoloso, quando
l’eternità apre il sipario,
si dissolvono le ombre, e Maitreya
giunge nel mio paese. Il suono degli esseri
risuona nel canto di un bimbo.
Stanotte luna e stelle fanno da testimoni:
lascia pregare per il Vietnam
la Terra, la mia patria –
le sue morti, i suoi incendi,
il dolore ed il sangue –,
che il Vietnam possa sollevarsi dalla sua sofferenza
e tornare quella soffice culla per il Buddha che verrà.
Lascia la Terra, mia patria, pregare
che il fiore possa ancora sbocciare.
Stanotte noi speriamo che questa nostra
agonia porterà frutti; che nascita e morte traverseranno
il fiume dell’immortalità
e la corrente dell’amore bagni 10mila cuori;
che l’uomo impari la lingua dell’inesprimibile.
Che il balbettio di un bimbo
ci indichi la via.
Scritta nel 1964 e pubblicata sul settimanale Hai Trieu Am. Musicata a Tokio nel 1968.
(trad. Paolo Giammarroni)
NdT: Giardini di Lumbini: il luogo della nascita di Siddharta Gotama, futuro Buddha, in Nepal nel 623 a.C.
Gesto/Mudra di pace: Abhaya mudra, il gesto della mano destra in verticale a imporre calma nelle raffigurazioni buddhiste
Maitreya: il Buddha-che-verrà, bodhisattva delle benevolenza, venerato in tutte le tradizioni buddhiste. Alcuni credenti ritengono che sarà l’ultimo Buddha a comparire sulla Terra: otterrà l’illuminazione completa, insegnerà il puro Dharma e sarà destinato ad essere “re del mondo” (cakravartin), unendo tutti i fedeli delle varie scuole. In Cina è diffusa la sua immagine come figura grassoccia e gaudente.
Mara: il demone della morte, ma non del male, della classe degli Yaksa. Spirito tentatore per eccellenza, provò a spaventare Siddharta per impedirne l’illuminazione.
Paradiso Tushita: uno dei sei mondi abitati dagli dei (devas) nel paradiso Kamadhatu, già hindu. Nel buddhismo indica il luogo di attesa dei bodhisattva prima di rinascere illuminati, come accadde per Gotama e accadrà a Natha, il futuro Buddha Maitreya.
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ESORTAZIONE – RECOMMENDATION
Promettimi,
promettimi oggi,
promettimi ora,
quando il sole è a perpendicolo
esattamente allo zenith,
promettimi.
Anche se
ti scagliassero contro
una montagna d’odio e di violenza,
anche se ti camminassero addosso calpestandoti
come un verme,
anche se ti smembrassero e ti sventrassero,
ricorda, fratello, ricorda:
l’uomo non è il nostro nemico.
L’unico gesto degno di te è la compassione:
invincibile, illimitata, incondizionata.
L’odio non ti farà mai affrontare
la bestia nell’uomo.
Un giorno, quando affronterai questa bestia da solo,
col tuo coraggio intatto e dolci i tuoi occhi,
imperturbato
(anche se nessuno li vedrà),
dal tuo sorriso
nascerà un fiore.
Ma quelli che ti amano
ti guarderanno
da 10mila mondi di nascita e di morte.
Di nuovo solo
andrò avanti con la testa china,
sapendo che l’amore è diventato eterno.
Sulla lunga, difficile strada,
il sole e la luna
continueranno a splendere.
(trad. Giampaolo Fiorentini)
TNH: L’ho scritta nel 1965 per i giovani della Scuola per il servizio sociale (SYSS), che sfidavano la morte ogni giorno: volevo raccomandarlgi di prepararsi alla morte senza odio. Qualcuno già era stato ucciso, ma il nostro unico nemico sono odio, rabbia, fanatismo, discriminazione. Se muori per violenza, devi saper meditare sulla compassione verso chi ti ha ucciso. Se muori in questo stato, sarai come un bimbo del Risvegliato. Avrai un gran potere se saprai sorridere perdonando.
Rileggendo queste rime, ho compreso il passaggio del “Sutra del diamante” che parla di shanti, perseveranza o tolleranza:”il tuo coraggio intatto, i tuoi occhi sereni, un sorriso da cui fiorisce un fiore. E chi ti ama ti sarà vicino attraverso i 10mila mondi della nascita e della morte”. Se muori con la compassione im mente, sei come una torcia che illumina il nostro cammino. Prima di darsi fuoco Nhat Chi Mai, una dei primi membri Tiep Hien, lo registrò in una cassetta lasciata ai genitori.
“Di nuovo solo…”: vuol dire vederti, conoscerti, ricordarti. Il tuo amoreè diventato eterno.
“Sulla lunga strada…”: quando c’è una relazione matura tra le persone, si rafforza la compassione e il perdono. Nella nostra vita, abbiamo bisogno che gli altri ci riconoscano per avere supporto. Quanto abbiamo bisogno che il buddha ci guardi! Nel nostro sentiero di servizio, ci sono momenti di solitudine e dolore, ma se sappiamo che il Buddha ci vede e conosce, sentiamo una grande energia e una ferma determinazione per andare avanti.
NdC: Nhat Chi Mai era stata una delle giovani animatrici delle attività sociale e pacifiste buddiste, diventando poi una dei primi 6 membri dell’Ordine dell’Interessere.
Il 16 maggio 1967 si dette fuoco, davanti alla pagoda di Th Nghiem, a Saigon. Aveva messo davanti a sé due statuine, la Vergine Maria e Avalokitesvara. Non ne parlò prima con altri nella comunità. Passò in silenzio le ultime ore al servizio dei genitori.
Non era un suicidio, disse Thay, ma un atto estremo di amore. Scriveva anche lei poesie in favore della pace e della collaborazione tra religioni.. Questa è una delle poesie preferite di Mai tra quelle di Thay.
Il testo fu splendidamente musicato dai monaci benedettini di Weston Priory. Il monastero fu fondato nel 1953, nel Vermont, nei pressi del Green Mountain National Forest, dall’abate israeliano Leone Rudloff. Non lontano, sempre nell’area di Woodstock, TNH favorirà nel 1997 la crescita di un monastero maschile (Maple Forest) e uno femminile (Green Mountain Dharma Center) animato da sister Annabel Laity e oggi confluiti nell’esperienza mista con laiciavviata dal 2007 a Blue Cliff, sul fiume Hudson.
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STRUTTURE DELL’UNICITA’ – STRUCTURE OF SUCHNESS
Non sgridare gli uccellini.
Ci servono i loro canti.
Non odiare questo tuo corpo.
E’ l’altare per lo spirito dell’umanità.
I tuoi occhi contengono un universo infinito di bilioni di mondi
e le tue orecchie sovraintendono sugli uccelli,
le primavere, l’alta marea,
Beethoven, Bach, Chopin,
le grida della bimba
e la canzone che la culla verso il sonno.
Le tue mani sono fiori d’amore
che è bene che nessuno colga.
E la tua fronte
è il mattino più meraviglioso tra tutti i mattini.
Non distruggere la struttura della “unicità” dentro te.
Il grano, l’erba e la fragranza della notte
parlano chiaro in favore della pace.
So che una pallottola potrà colpire
il cuore dell’uccellino stamattina,
l’uccello che vuole celebrare con tutta la sua forza la vita.
Il grano, l’erba e la fragranza della notte
insieme con le stelle e la luna –
Tutti noi ce la stiamo mettendo tutta.
Stiamo facendo tutto ciò che possiamo
per mantenerti vivo.
(trad. Paolo Giammarroni)
NdT:
a – Il Trichiliocosmo rappresenta il terzo livello di infinito secondo la cosmologia indiana. Tutti i mondi hanno il loro centro del Monte Meru. Un particolare Nirmanakaya Buddha sovraintende ad uno specifico mondo. Questo è l’insieme più esteso di mondi possibili, in sanscrito: Trisahasra mahassahasralokadhatu.
B – Suchness, cioè tathata, può essere tradotto come Quiddità, Talità, o Le cose come sono. Uno degli appellativi del Buddha è proprio Tathagata, colui che è.
PER IL CALORE – FOR WARMTH
Tengo il mio viso tra le mani.
No, non piango.
Tengo il mio viso tra le mani
per mantenere il calore dello sconforto –
Due mani protettive,
due mani nutrienti,
due mani che possano impedire
che la mia anima sia invasa dalla rabbia.
TNH: Questa poesia fu scritta dopo aver sentito del bombardamento di Ben Tre e il commento di un militare americano:”Abbiamo dovuto distruggerla per poterla salvare”. Betsy Rose ha musicato questo testo nella canzone “Nelle mie due mani”.
(trad. Paolo Giammarroni)
NdT:
Ben Tre: fu rasa al suolo dalle truppe Usa nel 1968, come risposta all’attacco dei vietcong verso Saigon per la festa del Tet. Si trova tra due bracci del Tien Giang, nel delta del Mekong. La cittadina era nella storia già dal 1959: qui infatti avvenne il primo attacco vietcong alla 23sima divisione dell’esercito sudvietnamita.
La frase riportata da Thay è tristemente vera e uscì sulle copertine delle grandi testate internazionali. Scappò di bocca, in una conferenza stampa, al maggiore Usa Booris e suscitò aspre polemiche.
Betsy Rose: è una nota cantautrice folk, figlia di un pastore, amica di Pete Seeger e attiva in California nei movimenti pacifici e femministi. Sua l’idea dei Womansong Circles, incontri mensili di musiciste, o i Bay Area Singing, un progetto per portare i canti di pace in luoghi aperti, come mercati o pompe di benzina. Oltre In my tho hands su testo di TNH, ha composto Motherlight e Heart of a child.
RISOLUZIONE – Resolution
Voi ci combattete
perché combattiamo con tenacia,
mentre voi vi alimentate di rabbia e violenza
per farvi forza.
Ci maledite
perché non etichettiamo un essere umano
e non gli puntiamo contro il tamburo della rivoltella.
Ci condannate
perché noi non possiamo usare il nostro sangue
per pagare i vostri debiti di avidità;
perché non potete scostarci
dallo stare a fianco di un uomo,
dove stiamo per proteggere tutte le vite.
E ci uccidete
solo perché pieghiamo la testa
davanti alla ragione e all’amore per l’uomo;
perché
tenacemente rifiutiamo
di identificarlo coi lupi.
(Scritta negli anni 60 durante la guerra)
(trad. Paolo Giammarroni)
IL NUOVO BORGO – THE NEW HAMLET
Niente fiammiferi stamattina e
il mio camino è freddo, come
un panno umido. E’ autunno.
Il mio dipinto è a buon punto.
Andrò dal vicino a chiedere di accendere.
(ve lo ricordate come si faceva da ragazzi?)
Vuoi sapere che succede se il vicino non ne ha?
“Andremo insieme a cantare…”
Ricordo cosa mi diceva mia madre
e chiederemo di andare giù fino al nuovo borgo.
E ricordati di cantare, sono sicuro
che qualcuno nel nostro borgo ha ancora del fuoco.
Alzate le mani e ditemi la verità:
“Credete come me che qualcuno laggiù
tiene vivo il fuoco?”
So di misere soglie di porte dove però
un fuoco viene tenuto sempre acceso
grazie alle bucce del riso nel braciere.
Ricordo cosa diceva mia madre.
Non disturberò la buona terra.
Poggerò una manciata di paglia
con gentilezza sulle bucce
e aspetterò che salga il fumo.
Poi con un soffio deciso, ravviverò la fiamma.
Fratello, stai tornando da un lungo viaggio.
Sentirai nel cuore un bel calore osservando quel fil di fumo sopra la casa di paglia.
Vieni al nostro villaggio, ti aspettiamo.
Nostra sorella ha saputo mantenere il fuoco nel vecchio braciere.
La tua nave segue senza esitazione
la corrente
sotto la luce protettiva delle stelle.
La nave prosegue il cammino. Non c’è
da preoccuparsi se scende la nebbia.
Sai che oggi hai abbastanza amore
per fornire amore domani.
Che bel fuoco ora a casa mia.
Venite a visitarci.
Per migliaia di anni, qualcuno ha cercato di costruire
un ponte tra le due rive.
Il dipinto è ormai finito. I colori sono freschi.
Te lo vogliamo mostrare.
Il fuoco crepita in allegria.
Tra poco porteremo altre candele.
(trad. Paolo Giammarroni)
TNH: Questa poesia fu scritta per i volontari della Scuola della Gioventù per il Servizio Sociale in Vietnam. Allora non avevano fiammiferi. In cucina dovevi perciò mantenere vivo il fuoco. Senza fuoco, non potevi cucinare. Dovevi andare dal tuo vicino, a chiedere di accendere.
ECCO LE MIE MANI – HERE ARE MY HANDS
Ecco le mie mani.
Accetta che io te le ridia,
anche se prego
non vengano ancora schiacciate.
Sono tornato, docile, arreso,
senza rancore per questa grande sofferenza.
Sono nato sotto la tua stella.
Sono nato per voi. Sono nato
per vivere 10mila vite
col cuore di un bambino.
Ecco le mie mani,
che sono anche il mio cuore, la mia mente,
la mia vita – tutto ciò che resta. Unica
mia forza è stato aver sanguinato
sui tasti dell’amore.
Ecco le mie mani.
Accetta che io te le ridia. Ricorda,
nostra madre ci insegnò ad amare
l’erba secca delle tombe, così come
le rose in fiore.
Per loro,
come per ogni cosa,
l’amore è
la rugiada immacolata del mattino.
Ecco le mie mani.
Col capo chino, te le rendo.
Guarda, le vecchie ferite devono ancora guarire.
Hanno sangue fresco e sui polpastrelli
può restare un po’ dell’ anima,
come resta la rugiada lucente
sui fili tremanti dell’erba.
Ecco le mie mani,
di nuovo rinate,
ma ancora ferite.
Ed ecco il mio sorriso,
di uno che non ha mai odiato.
Ed ecco il mio cuore, puro
attraverso il tempo.
Ecco le mie mani
che ti riporto da curare sotto le bende.
Prego che
non verranno ancora schiacciate.
E invito le stelle
a farmi da
testimoni.
(trad. Paolo Giammarroni)
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BABITA, L’EX INTOCCABILE – BABITA
I suoi occhi spalancati.
mentre trova un nido tra le mie braccia,
col corpo tutto scossoni,
un pianto fatto di minuscoli lamenti.
Babita non osa nemmeno gridare forte.
E’ stata portata qui di corsa,
come verso un santuario sacro.
Ho le mani che tremano
mentre provo ad accarezzarle i capelli
e mormoro parole carezzevoli
che lei non può capire.
Ma piano piano Babita prende a calmarsi,
si calma e poi
riposa quieta, tra le mie braccia.
Cara, vorrei prendere tra le braccia
tutti i piccoli orfani
di due anni e mezzo come te.
L’hanno lasciata qui per raggiungere la rivoluzione.
Babita può aspettare mesi
senza il latte della madre, o
sguazzare nel fango del cortile, o
giocare tra escrementi,
col moccio che le cade dal naso.
Babita è ancora giovane.
Babita può aspettare
la vittoria della rivoluzione.
TNH: L’ho scritta nel 1975, mentre visitavo le comunità di buddhisti ex-intoccabili nell’India rurale.
(trad. Paolo Giammarroni)
PATRIA – HOMELAND
Il mio paese natio è proprio qui,
con boschetti di banani, macchie di bambù, fiumi, avena.
La terra sotto di me è fatta di polvere.
Ma ogni volta che sollevo il viso
vedo sempre bellissime stelle.
(trad. Tina Joris)
ORIENTE E OCCIDENTE – EAST AND WEST (a Hue Lien)
Con dolcezza
oltre il cancello
scorre il fiume. Le nuvole viaggiano
come ricordi d’infanzia.
Nell’orto fiammeggiano
i fiori di senape, mentre le ultime farfalle
svolazzano.
Sotto il sole cocente, un firmamento
tra le sue braccia, le sue e le mie.
I fiori di pompelmo tra i miei capelli
non sono un profumo strano per lui.
Notte e giorno, le mie piccole mani
seguono l’anima del calligrafo
che offre la sua penna
per insegnare ai bambini –
Rive e monti ancestrali sulle mie spalle.
Due culture, Oriente e Occidente,
trascinano insieme quel palo su di loro…
Il gallo canta e sui cuscini
il cuore mormora: “Sarà l’alba laggiù?”
Per tutto l’inverno
sotto la cenere cova il fuoco
e si scalda la nostra fede.
Lui canta poesie e la voce
risuona chiara nel cielo nevoso.
Per mantenere vivo il futuro,
lui sceglie piatti di sottaceti e riso.
Quando la primavera torna sulle colline,
il cielo – come gli occhi – è blu
e lontano esplodono i boccioli dell’Albero-di-Fiamma (Brachychiton acerifolius).
Metà mondo d’amore
si sta aprendo.
(trad. Paolo Giammarroni)
STELLINA – LITTLE STAR
Dove sei stata, piccola stella?
Ti ho cercata dappertutto,
Fuori dalla mia finestra, tra le nuvole scure.
Dove sei stata?
Mi sento così smarrito
Come un uccellino sperduto su un’isola nebbiosa.
Piove da molte notti.
La città è così fredda e deserta.
Nella tarda notte sul marciapiede
Vedo le sagome di forme solitarie e bagnate.
Mentre riposo la testa su una pila di libri
Come i poeti antichi,
Ho tentato di evocare la tua immagine.
Dal profondo della mia consapevolezza
Mentre la pioggia e il vento continuano ad infuriare.
Stasera mentre mi chino sulla scrivania,
Con la testa stretta tra le mani,
Non riesco a immaginare che il vento
Abbia portato via tutte le nuvole.
Il cielo è limpido.
La pioggia ha smesso di desiderare il tuo richiamo.
E ora sono sorpreso di vedere che sei lì
Attraverso la finestra.
Sei ritornata.
Cara piccola stella,
Sei passata attraverso tali tempeste, pioggia e vento.
Dove sei andata?
Per quanto tempo e in quale strana terra
Hai pianto?
Sei tornata.
I tuoi occhi sono ancora smarriti per la sorpresa
Mentre mi osservi attraverso la finestra.
Dove sei stata in questi giorni di tempesta?
Il tuo piccolo corpo maltrattato da innumerevoli venti
Rabbrividisce ancora di freddo.
Mentre riposi tranquilla sul fondo di una coppa di cristallo,
Con le lacrime agli occhi, ricordi.
“Oggi il Regno dei Cieli ha dato
Una grande festa con migliaia di stelle.
Il cielo è limpido e
Tutte le nuvole si sono dissolte.
Sono salita su fino a quel regno
E mi sono inginocchiata per il nostro paese e ho pregato
Che l’angoscia, le uccisioni,
I disastri delle inondazioni, del fuoco e della crudeltà
Terminassero nel nostro povero paese”.
La tua voce ha raggiunto milioni di stelle
Che hanno trasformato tutto in splendide lacrime
Tremolanti nell’aria.
Ringrazio profondamente diecimila piccole stelle
La cui fede è forte come il diamante.
Siete come fiori in boccio,
Che scintillano simili a brillanti nell’ampio regno della coscienza.
Mia stellina, sei tornata a casa.
Con le lacrime agli occhi,
Ti chiamo per nome.
E sento calore nel mio cuore.
(trad. Tina Joris)
——
ESISTENZA – EXISTENCE
E’ notte.
Sul tetto crepita la pioggia.
L’anima fa aprire
gli occhi ad una terra inondata.
Un mare di tempesta
che ruggisce
e poi scorre.
In quel breve momento
si muovono linee e forme
galleggianti
a vista, apertamente.
Prima che il momento passato si incrina
e cade nella malinconia,
una risata risuona
nelle quiete gocce di pioggia.
TNH: La scrissi a Saigon nel 1965 durante l’alluvione. Eravamo sommersi dalla pioggia, circondati da morte e uccisioni. Eppure, per un momento, sentii ridere dentro una goccia.
(trad. Paolo Giammarroni)
IN MEMORIA DI ALFRED HASSLER – In memory of Alfred Hassler
Nel momento in cui hai mostrato il loto
che fioriva su un mare di fuoco,
sei diventato mio compagno.
La torcia illuminava
il Gruppo di coscientizzazione
esposto sul New York Times,
con quel messaggio a migliaia di amici.
Giorno e notte,
mille sforzi furono fatti
per fermare le uccisioni.
Sedendo fuori della porta di Thich Tri Quang,
diventasti il Venerabile Thich … Alfred Hassler!
L’ amichevole sorriso che offrivi
trasmetteva il messaggio della fiducia.
La Conferenza di Mentone
nella meravigliosa Riviera francese
e i ritiri nel chiostro di Royaumont
rinforzarono il Dai Dong.
Cominciò a suonare la campana della consapevolezza.
Cinquemila scienziati alzarono le proprie voci
per Gaia, la dea della Terra.
Un solo corpo – subito decine di migliaia di corpi –
Si aprì il sentiero verso il futuro.
Cominciammo ad avere molti Kloppenburg, molti De Graaf.
Una bandiera sventolava visi di bambini tra i fiori.
Chi può dire che oggi De Graaf è assente?
Koppenburg assente?
Tu, Hassler, assente?
Siete ancora con noi come solidi compagni di strada.
Camminiamo insieme con più forza e gioia che mai:
così è anche la nostra amicizia.
Questo corpo non sei tu.
Tu sei vita, senza limiti.
Non sei mai nato e mai morrai.
Insieme siamo stati sempre felici e lo saremo ancora.
Ora ti vediamo e prendiamo le tue mani tra le nostre.
Il mio corpo è uno col corpo di tutte le specie.
Alfred! Possiamo vedere il tuo vero corpo.
Ti vediamo sorridere col tuo splendido sorriso.
Guardiamo ancora insieme i fiori di magnolia sul Shadowcliff.
Questo poema fu offerto alla famiglia per la cerimonia in ricordo di Alfred Hassler, nella sede del Movimento Internazionale della Riconciliazione, a Nyack (N.Y.), nel giugno 1991.
(trad. Paolo Giammarroni)
NdC: Questo non-addio all’amico Hassler fu l’occasione per ripercorrere in forma poetica luoghi, tappe, volti di chi negli anni 60 dette fiducia al messaggio pacifista di TNH e ne diffuse il pensiero negli Usa e in Europa, dai movimenti giovanili fino al tavolo rotondo della Conferenza di Parigi, con la determinante presenza superpartes dei buddhisti.
Proviamo anche noi a conoscere meglio alcuni avvenimenti. Per semplicità ricorro all’ordine alfabetico per le lunghe note finali.
Ndc: NOTE
Bandiera di bimbi e fiori: è il disegno che ancora oggi caratterizza l’associazione EsserePace.
Conferenza di Mentone: vedi progetto Dai Dong,
Dai Dong: vuol dire tutti bambini del mondo, in vietnamita. Nel 1969 Hassler e TNH avviarono questo progetto che metteva insieme per la prima volta organizzazioni di diritti umani e scienziati specializzati in economia, ambiente, povertà. Organizzarono varie conferenze, come nel 1972 quella a Stoccolma alternativa all’Onu sull’ambiente. Sua proposta forte: dirottare le spese militari su progetti sociali ed educativi. La prima conferenza si svolse a Mentone, alla frontiera italo-francese nel 1970: oltre 2mila scienziati firmarono il messaggio finale.
Gaia (o anche Gea nella mitologia greca): il nome della divinità della Terra, nome di un pianeta sconosciuto nei romanzi di Isaac Asimov, o considerata come essere vivente dallo scienziato inglese J.Lovelock nell’omonimo saggio del 1979, quindi dopo gli eventi di cui parliamo.
Hannes de Graaf: teologo olandese della chiesa riformata (1911-1991), disabile dalla nascita. Di cultura liberale, negli anni 30 partecipa a gruppi antifascisti e anticomunisti. Fu presidente del Partito socialista pacifista. Insegnò a lungo etica ad Utrecht. Fu attivo nel pionieristico dialogo con le chiese dell’Est. Pacifista da sempre, appoggiò le iniziative di TNH nel Nord Europa.
Thomas Hassler: storico pacifista statunitense cresciuto a N.Y.(1910-1991). Ironico, amante della vita, motivatore incessante. Fu imprigionato nella Seconda Guerra Mondiale per obiezione di coscienza. Famosa la sua protesta contro i test nucleari sovietici sulla barca Golden Rule. Fu indiscusso leader del Mir negli Usa dal 1942 al 1974, età del pensionamento che lo spinse a creare una comunità di vita ad Almeria, in Spagna, con la moglie Laura. Fu presidente della Confederazione internazionale per il disarmo e la pace.
Aiutò M.L.King a pubblicare un suo libro sul boicottaggio nei bus a Montgomery. Invitò TNH nel 1966 per poche conferenze negli Usa, che si trasformarono in un impegno di due anni, con l’incontro con MLK e Merton. L’incontro con TNH è ricostruito attentamente nella Appendice al libro di TNH “Vietnam – Lotus in a sea of fire “, Hill an Wang 1967, con introduzione di Thomas Merton .
Hassler fece vari viaggi in delegazione in Vietnam, scrivendo articoli e reportage (come Tullio Vinay). Fu lui anche tramite dei due incontri riservati di TNH con Paolo VI, curati dalla segretaria della sezione italiana del Mir, Hedy Vaccaro Frohner, insignita nel 1992 del Premio Cultura della Pace.
Hassler e TNH fondarono insieme tra il 1969 e metà anni Settanta anche il progetto Dai Dong (vedi).
Heinrich Kloppenburg: teologo allievo di Karl Barth e pastore luterano a Brema (1903-1986). Fu segretario della sezione tedesca del Mir. “Poche parole e un’occhiata bastavano per capirci”, ricorda TNH. Lo aiutò a pubblicare in Germania il libro di poesie Lotus in a sea of fire . Fu tra i fondatori di Fraternitè Vietnam nel suo paese.
Gruppo di coscientizzazione: riprende l’espressione “coscientizzare”, cuore della proposta dello psichiatra della Martinica Frantz Fanon, autore de I dannati della terra e morto a Washington di leucemia nel 1961. Aprire le coscienze è la base per la liberazione dall’oppressione. Negli Usa si intende un comitato che abbia per scopo azioni per influenzare la politica e l’opinione pubblica su determinati temi. A Washington dal 1993 è, ad esempio, attivo il Committee on coscience presso l’ Holocaust Memorial Museum.
Mare di fuoco: citazione del libro di poesie di TNH, tradotto nel 1967 in lingua inglese. Vedi: H.Kloppenburg.
M.I.R.: Movimento Internazionale della Riconciliazione (in inglese: I-for). Nasce nel 1914, all’inizio della Prima Guerra Mondiale, dal patto tra il luterano tedesco F.Siegmund Schultze e il quacchero inglese Henry Hodgkin, di colpo e non per loro scelta “nemici”. Sentendosi uno-in-Cristo e contro ogni guerra, scrivono una Base, firmata da centinaia di personalità cristiane nel 1915 a Cambridge. Da sempre contro la pena di morte, il Mir (Ifor) fu attivo anche nei movimenti antiguerra degli anni 30, fino alla Guerra civile di Spagna. Nel dopoguerra dà vita alle campagne per il disarmo nucleare, sempre nella logica di unire più movimenti.
La sezione Usa (For) fu anch’essa fondata nel 1915 da 68 personalità contrarie alla guerra. Negli anni 50 si occupò anche di temi controcorrente, come la fame in Cina. Due suoi ministri metodisti furono a fianco di M.L.King nel boicottaggiio dei bus di Montgomery praticanti l’apartheid. Il Mir lanciò una famosa campagna per dare un ricovero ai senza casa. Suo leader storico, fino al 1967, John Nevin Sayre. Il For annovera tra i suoi soci 6 Premi Nobel per la Pace, tra cui M.L.King.
Mir italiano: nasce nel 1952 dall’incontro tra i valdesi Tullio Vinay e Carlo Lupo coi quaccheri Ruth e Mario Tassoni. Raccoglie presto adesioni anche tra i nonviolenti cattolici, spesso oscurati dall’ antiamericanismo di sinistra. Negli anni 70 si schiera contro le basi americane e il nucleare civile. Ha sostenuto fin dai primi obiettori italiani (Gozzini e Fabbrini) l’ obiezione di coscienza e promuove la campagna per quella alle spese militari. Diffonde la Difesa popolare nonviolenta. E’ membro dell’associazione LIbera e aderisce a Church and Peace.
Nyack: è un villaggio residenziale sul fiume Hudson, nella contea di Rockland, pochi km a nord di New York. Vi ha abitato il pittore Edward Hopper.
Royaumont: abbazia a 30 km a nord di Parigi, dentro una splendida riserva di uccelli. Fondata nel 13° secolo da San Luigi, rimase ai Cistercensi fino alla rivoluzione, che la trasformò in mulino. A metà Ottocento iniziò il recupero in stile gotico da parte di suore di Bordeaux. Nel ‘900 è stata acquistata dalla famiglia Gouin: dal 1964 l’omonima fondazione ne ha fatto un centro per il Progresso delle Scienze dell’Uomo, visitato anche da TNH.
Shadowcliff: una panoramica catena montuosa a nord-ovest di Denver, vicina alle Montagne Rocciose (Usa)
Thich Tri Quang: monaco vietnamita di tradizione mahayana (nato nel 1924). Fu l’anima del movimento nonviolento contro il governo dittatoriale filocattolico del presidente Ngo Dinh Diem e la sua terribile polizia. Nel novembre 1963 gli eccessi del governo portarono ad un colpo di stato e alla destituzione di Diem. Iniziò un braccio di ferro per impedire le manifestazioni popolari e l’uso di bandiere buddhiste. Dopo il suicidio col fuoco di Thich Quang Duc l’11 giugno, Tri Quang dovette rifugiarsi nell’ambasciata Usa a Saigon. Ciononostante gli americani non furono favorevoli al suo ingresso in un governo di transizione.
Tri Quang fu poi messo agli arresti domiciliari dagli stessi vietcong all’indomani della pace nel 1975, arresti durati 40 anni. TNH potè incontrarlo, in un momento di grande commozione, nel suo primo viaggio di ritorno (provvisorio) in Vietnam.
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PREGHIERA PER UNA TERRA – PRAYER FOR A LAND
Perdute nelle tempeste
dell’oceano aperto,
le nostre piccole barche vanno alla deriva.
Cerchiamo una terra
durante interminabili giorni e interminabili notti.
Siamo la schiuma
che galleggia sull’immenso oceano.
Siamo la polvere
che vola nello spazio infinito.
Le nostre grida sono sopraffatte
dall’urlo del vento.
Senz’acqua né cibo
i nostri bambini giacciono stremati
e non hanno più la forza di piangere.
Siamo assetati di terra,
ma veniamo ricacciati da ogni spiaggia.
I nostri segnali di soccorso sono Alzati, Alzati,
ma le navi che ci incrociano non si fermano.
Quante barche sono affondate?
Quante famiglie giacciono sotto le onde?
Signore Gesù, ascolti la preghiera della nostra carne?
Bodhisattva Kwan Yin, dio della pietà, ascolti la nostra voce?
Uomini nostri simili, sentite la nostra voce
dall’abisso della morte?
O terra ferma,
quanto ti desideriamo!
Preghiamo che oggi l’umanità sia presente.
Preghiamo che la terra ci stenda le sue braccia.
Preghiamo perché oggi ci venga data speranza
da questo paese.
(trad. Giampaolo Fiorentini)
TNH: La nostra intenzione era di portare dei cargo di rifugiati in Australia e Guam. In gran segreto avevamo preparato le cose e in particolare il Roland a salpare verso Darwin.
Scrissi questa poesia all’inizio del 1977 e fu tradotta in francese e inglese per informare i giornalisti nei porti di arrivo per parlare della storia e impedire che le autorità rigettassero tutti in mare.
NdC: Sister Chan Khong racconta in dettaglio come la poesia fu scritta da Thay appena rinnovato il suo visto di due settimane a Singapore e prima di volare a Perth. Fu distribuita come volantino ai 566 profughi raccolti dai buddhisti sul Roland (un cargo) e il Leapdal (una nave cisterna), noleggiati in fretta dopo l’indisponibilità della nave passeggeri che TNH intendeva comprare.
Dedicò la poesia, per ringraziarlo dell’intercessione, all’ambasciatore francese Jacques Gasseau, già in passato sensibile alla causa dei boat people
La situazione era drammatica. L’organizzazione WCRP, con l’appoggio di religiosi giapponesi, aveva sollecitato un loro intervento chiamato “Quando si sparge sangue tutti soffriamo”. Furono raccolti 200mila dollari. Ma la massa dei paesi non aveva visti da offrire, compresi gli Usa. Solo grazie al piccolo battello Black Mark fu possibile portare in mare aperto viveri e carburante. Tutti i profughi raccomandavano storie di affondamenti di piccole barche e scomparsa di centinaia di persone.
Alcuni paesi come Thailandia e Malesia accusarono Thay persino di favorire la fuga delle persone dai campi profughi in terraferma. Lo stesso Alto commissario Onu voleva che “quel pazzo monaco sospenda il suo insensato progetto”. WCRP e giapponesi si tirarono indietro: ma TNH non cedette.Serviva risvegliare la coscienza occidentale. La strada dei visti ufficiali poteva salvare la vita a poche decine di persone, mentre in mare ce n’erano 100mila e più.
Singapore impose a TNH di lasciare il paese entro 24 ore. Pochi minuti prima della scadenza il suo visto arrivò e lui andò a preparare l’arrivo delle navi in Australia. Ma sister Chan Khong l’indomani fu estromessa dal progetto. E le grandi nazioni, in quel momento, offrirono ai profughi 32 visti di ingresso…
Solo mesi dopo, anche grazie ad una precisa inchiesta del N.Y.Times, fu possibile riprendere il progetto boat people.
—— NOTA del curatore:
Kwan Yin vuol dire in sanscrito nato dal loto: è nel buddhismo il Bodhisattva della pietà, nel solco indiano di Avalokitesvara, e nel taoismo GuanYin, la dea della misericordia. Ha attecchito in Cina dal 12° secolo. E’ equivalente della tara verde in Tibet.
Percepisce il dolore del mondo. Aiuta i malati, le donne indifese, i bambini. Libera le anime dei defunti e protegge le gravidanze. Al maschile le mani indicano la discussione, al femminile le sue mani a coppa simbolizzano il grembo femminile.
Un’intera isola le è dedicata nell’arcipelago Chusan, l’isola di Putuoshan.
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TORNO AD APRIRE LE ANTICHE PAGINE –I AM BACK TO OPEN THE OLD PAGES
Improvvisamente mi ritrovo nel mio passato.
Il punto di riferimento non è visibile più a lungo
e il sogno dell’altra notte è pieno di immagini illusorie.
I muri che servono a fermare i venti e la pioggia
hanno formato un angolo di spazio accogliente.
Le candele tremolanti
evocano il profumo di incenso della vigilia dell’Anno nuovo.
Piove.
In casa, la cena è servita.
Una manciata di foglie di coriandolo
mi riporta alle forme della madre patria.
Improvvisamente tutte le barriere sono rimosse
grazie alla tempesta di mezzogiorno
ed ogni cosa è rivelata.
Il sole di oggi non è lo stesso di ieri?
Uccelli intravisti contro il colore purpureo della sera.
I due estremi del tempo si uniscono
e mi spingono con tenerezza
verso una nuova apertura.
Il sipario della sera, destinato a catturare spazio,
improvvisamente si trasforma in salici piangenti.
Le nuvole si chiamano l’un l’altra
per un incontro sulla cima dei monti.
Sono tornato. Mi ritrovo ad aprire vecchie pagine.
Un tramonto sfolgorante ha bruciato tutti gli attestati… verbosi mantra si sono dimostrati non avere più forza…
Soffia forte ora il vento. Laggù dove finisce il cielo, sento sbattere le ali di qualche strano uccello.
Io dove sono?
Il punto focale della concentrazione è il ricordo.
La casa più vera è quella d’infanzia, tra le colline erbose.
Le foglie violette del tià-tò
contengono tutto un autunno pienamente maturo.
I tuoi piccoli piedi percorrono il sentiero,
come gocce di rugiada sulle giovani foglie.
Le lettere che ti inviai
risuonano come campane della chiesa.
Un cielo dorato di fiori è contenuto in un solo seme di mostarda.
Ecco, unisco le palme delle mani
e – meravigliosamente – lascio fiorire un fiore nel mio cuore.
(trad. Stefania Petrosillo e Paolo Giammarroni)